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Perché l’esperto di sofferenze bancarie è il lavoro del 2016

Salvare i portafogli gonfi di non performing loans, con un unico obiettivo: ridurre le perdite. In un sistema zavorrato da 200 miliardi di sofferenze bancarie, si stanno facendo strada gli asset manager dei crediti deteriorati: figure specializzate nella gestione dei portafogli Npl, alla prese con la valorizzazione dei crediti affidati da banche e investitori. Le funzioni vanno dall'analisi delle posizioni in gestione alle strategie di recupero, dal coordinamento dei legali esterni all'attività di reporting. «È un mestiere che si apprende, tutto sommato si parla di meccanismi abbastanza fissi. Certo, bisogna avere un mix di competenze che va dal diritto, all'immobiliare, alla matematica finanziaria» spiega Carlo Vernuccio, direttore generale di Italfondiario.
 
12 aprile 2016
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Il suo gruppo, tra i leader nella gestione degli Npl con 533mila crediti in gestione (valore di 43,1 miliardi di euro), ha addirittura dato vita a una Academy interna che ha permesso di formare e assumere 80 risorse. Gli stipendi viaggiano da una base iniziale di 27-28mila euro annui, per poi salire a seconda di esperienza, risultati e bonus. «Non dobbiamo solo cercare risorse, dobbiamo trovare risorse valide. Quando succede, le paghiamo di più» fa notare Vernuccio.
Un lavoro, (almeno) tre competenze 
Nell'era delle iper-specializzazioni fa effetto dirlo, ma l'asset manager per il recupero dei crediti deteriorati è un «mix di competenze» da almeno tre settori: diritto, real estate e matematica finanziaria. «In campo giuridico deve essere ovviamente familiare con le procedure esecutive e concorsuali, oltre a rapportarsi con gli avvocati esterni. In campo immobiliare deve sapersi muovere su termini come superficie commerciale, metri quadri, rendita catastale, dagli appartamenti agli alberghi. E poi è chiaro che deve masticare matematica e finanza, dal cash flow all'attualizzazione» spiega Vernuccio. La natura del curriculum fa sì che non esista una laurea di elezione. Gli asset manager nell'orbita di Italfondiario e concorrenza hanno studiato giurisprudenza, economia, se non direttamente statistica e matematica finanziaria. «Consideriamo che, ad esempio, la parte più giuridica è supportata da legali di professione. Si esercita un ruolo decisivo di analisi e strategia, ma c'è sempre un appoggio su questioni più tecniche. In ogni caso il fine non cambia: ridurre le perdite o massimizzare la valorizzazione, a seconda di come si vuole inquadrare la questione» dice Vernuccio.
 
A caccia di Npl 
Visto lo scenario, non stupirebbe un boom degli “esperti di sofferenze”. Sul mercato dei crediti non performanti operano player del calibro della mestrina Banca Ifis (800mila posizioni nel database della sua Area Npl) e Primus Capital (2 miliardi in gestione nel 2015). Italfondiario non è in grado di fare una stima esatta sulle prospettive di occpazione, ma la mole delle sofferenze dà già un'idea di quante posizioni potrebbero aprirsi. «Una stima realistica? Possiamo permetterci di dire che si apriranno migliaia di posizioni. In fondo si parla di 200 miliardi di euro di sofferenze: se si considera un importo medio di 100 mila euro, significa già 20 milioni di situazioni da gestire».
 

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